Dedicato all'ambiente marino ed è ubicato al primo piano di Palazzo Vinciprova, a Pioppi (Pollica). Aperto al pubblico nel 1998 per volontà dell'indimenticato sindaco Angelo Vassallo è oggi...
Istituito nel 1990 per opera della Fondazione Centro Studi G.B. Vico, a Vatolla, il Museo è allestito nel trecentesco Palazzo de Vargas, antico castello posto a controllo del territorio, dalla tradizionale tipologia cilentana a corti terrazzate.
Il Museo mira alla valorizzazione delle risorse geopaleontologiche del territorio del Parco. L'obiettivo è stato raggiunto attraverso l'istituzione di un Centro Museale-Didattico-Scientifico realizzato nel Comune di Magliano Vetere, provincia di Salerno.
Il Museo nasce nel 1997 a Corleto Monforte in posizione centrale rispetto ai Monti Alburni verso i quali il Museo fa particolare riferimento per le sue attività.
Inaugurato nel 1986 è ubicato negli spazi della Curia Diocesana. Ospita una vasta raccolta di opere d'arte sacra iniziata dal vescovo Biagio D'Agostino, negli anni '60 e '70, e continuata in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Storico Artistici e Architettonici di Salerno, che ha curato il restauro di molte opere.
Il piccolo museo di Teggiano è uno scrigno di reperti: dall'antico telaio per tessere la tela, alla gromola per la canapa, ai dipanatoi, ai filatoi, agli aratri per buoi e per cavalli...
Costruito presso l'area archeologica allo scopo di ospitare il ciclo scultoreo dell'Heraion del Sele, che era precedentemente sistemato nell'antiquarium del palazzo De Maria.
Zona prosciugata dai monaci benedettini con il V Abate Simeone, nell'anno 1138, ai piedi del promontorio di Punta Tresino, folto di vegetazioni selvatiche...
Delle 72 specie di orchidee presenti nel Parco ben 63 si possono trovare in una piccola valle alle pendici orientali del Monte Cervati, nel comune di Sassano.
La Basilica Pontificia Santa Maria Assunta a Castellabate La Basilica romanica di Castellabate, in toponomastica "Duomo", risale alla prima meta' del sec. XII.
L'Inghiottitoio del Bussento è raggiungibile tramite un sentiero turistico che conduce nell'alveo del fiume omonimo e quindi, dopo poche decine di metri, alla grotta.
Dall'interno dello Xenodochio scendeva una grande scala che, attraverso un arco, immetteva nel propileo, il portico comunemente chiamato dal popolo "u sieggiu", il seggio, il sedile.